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il secondo figlio

il secondo figlio

Il 2’ figlioMarcello Bernardi è stato un famoso pediatra, scomparso una ventina di anni fa. Quando i genitori con un figlio, gli chiedevano quando avrebbero potuto pensare al secondo lui, invariabilmente, rispondeva: Mai. Affermava che il primo figlio non accetterebbe mai, se avesse possibilità di scelta, di dividere con un altro quello che può avere in esclusiva. Quando lo mettevano alle strette per una risposta, rispondeva che l’età più propizia fosse quella intorno ai quattro anni di età.A quattro anni il bambino scopre la figura paterna, è un’età nella quale inizia il distacco dalla madre e la dipendenza che caratterizza tutti i bambini fino a quell’età, comincia ad allentarsi. Il piccolo scopre il mondo circostante e impara ad affidarsi alle figure familiari che lo circondano, va volentieri a spasso con i nonni e con gli zii; è più disposto ad affidarsi anche a figure amichevoli che conosce e verso le quali percepisce la fiducia materna

.A quattro anni circa sarà meno traumatico per il bambino accettare un rivale, perché avrà già cominciato ad esplorare il mondo esterno con ampliamento di orizzonti, possibilità e curiosità che riescono a trascinarlo fuori casa. I bambini sono molto curiosi, ma prima dei quattro anni è difficile che seguano un interesse fuori il raggio d’azione materno. Dopo è più semplice distrarlo e in qualche modo allettarlo e il padre è il principale importante mezzo per iniziare a insegnargli ‘la vita sociale’. C’è da sfatare il mito che coinvolgendo il bambino nella preparazione degli oggetti, cameretta, vestitini, visite mediche e altro, si riesca a suscitare l’interesse verso il futuro fratellino. Non può essere attratto da ciò che si va allestendo, anzi, troverà tempo sprecato parlare di qualcosa che non c’è e che già disturba perché sottrae spazio.Se il primo figlio non ha almeno 10 anni, sarà meglio annunciare l’arrivo del fratellino con molta naturalità. I bambini apprezzano molto la semplicità e la sincerità.

Quando si cerca di evitare ‘traumi’ magari si mettono in atto bizzarri comportamenti riparatori e si farà solo peggio. L’arrivo di un fratello, soprattutto per il primo figlio, sarà sempre uno sconvolgimento… ma è nell’ordine naturale dello cose.I traumi fanno parte della vita. Starà ai genitori mantenere sempre un equilibrio continuando a fare le cose di sempre e dando, perciò, una coloritura di assoluta normalità all’evento fisiologico che riguarda tutta la famiglia. Se poi la mamma avrà problemi di gestazione durante la gravidanza, magari si eviterà di attribuire la causa al bambino in arrivo; verrebbe già visto come la causa del malessere dell’adorata mamma. Ovviamente si cercherà di coinvolgere oltre al padre anche figure di caregiver presenti in famiglia come nonni, zii o amici che possano occuparsi del bambino magari al momento del parto o in altre occasioni, anche se consiglio ai genitori di tenerlo il più possibile insieme a loro.

Sarà probabile, dopo la nascita, una regressione. Se è intorno ai 3-4 anni il bambino potrebbe tornare ad aver bisogno del pannolino oppure potrebbe volere di nuovo il biberon o il ciuccio. Lasciate correre e accontentatelo, appena si renderà conto che non è conveniente tornare piccoli perché non si ha quell’autonomia e quelle piacevolezze di cibo, distrazioni e piccole concessioni che la primogenitura concede, tornerà rapidamente a ricoprire, con soddisfazione e consapevolezza, il ruolo di fratello o sorella maggiore. Inoltre, se ben consigliati con suggerimenti ‘ad hoc’ si renderanno conto che essere piccoli non è sempre vantaggioso. In caso di dubbi? Utilizzare equilibrio e buon senso, chiarezza e semplicità. I bambini apprezzano sempre molto queste qualità e, in cambio di queste, saranno disponibili a chiudere un occhio e perdonare sempre gli imperfetti ma amatissimi genitori.