21 Mar Una nonna racconta…
Il racconto di una mamma che, alla figlia disperata che si lamenta di questa pandemia, ha la nonna che le risponde con i suoi ricordi!
“Mia figlia di 14 anni ha avuto in questi giorni un attacco di pianto disperato.
Si lamentava che non può vedere l’amichetta del cuore; non può vivere una cotta appena presa per un favoloso ragazzino; addio alle partite di pallavolo e alle passeggiate con gli amici.
Mia madre ha ascoltato la nipote abbracciandola e sostenendola, con un ascolto empatico che non le conoscevo e che io, veramente, non ho mai conosciuto.
Ha cominciato poi a raccontare a mia figlia che lei, alla sua stessa età, si trovava a vivere una Roma martoriata dai bombardamenti. Ricordava quando, in piena notte al suono delle sirene saltava giù dal letto e, afferrando una coperta, metteva le scarpe al fratellino di 8 anni mentre la madre si occupava dei due più piccoli.
Si, alla domanda di mia figlia rispondeva che la madre si era trovata da sola con quattro figli e con il marito in guerra.
Erano tempi duri, con le tessere per il pane razionato e il latte che serviva ai bambini e che non si trovava. Ci si arrangiava allora e si andava fuori città per trovare qualche contadino per qualche uovo, un po’ di latte, ma era tutto razionato. Burro e zucchero erano lussi, e trovarne era un piccolo miracolo.
Mia figlia era curiosa di sapere al suono delle sirene dove andassero.
Nei rifugi, spiegò mia madre, che erano in genere ampie cantine recuperate allo scopo di accogliere la gente. Le sirene annunciavano l’arrivo dei bombardamenti e alla fine c’erano le sirene che annunciavano il cessato pericolo. Tutti poi tornavano a casa.
Nei rifugi i bambini spesso piangevano spaventati, le persone più emotive gridavano ma più spesso c’era silenzio per cercare di capire in quale zona cadessero le bombe. Roma bombardata significava vedere l’indomani palazzi crollati, autobus e macchine distrutti e morti. Ma non come nei film, morti davvero e gente ferita che si lamentava e sangue e polvere, tanta polvere che ricopriva tutto.
Questi i ricordi di mia madre che, aggiunse, aveva tanto sperato che ai suoi figli e ai suoi nipoti non capitasse di conoscere gli orrori di una guerra ma si sbagliava; anche questa, purtroppo è una guerra.
Ma la sua guerra anche con i suoi morti la gente la univa, la rendeva solidale verso un nemico comune. Questa guerra invece allontana e divide. Io ho perso mio padre in guerra e due fratellini, ha continuato mia madre. Tu hai la tua famiglia e tutte le risorse per uscirne bene, forte e salda!
Nipote mia, le prove della vita non vengono mai a caso. Affrontale serena perché, come dicevano i vecchi un tempo, a tutto c’è rimedio, niente è per sempre e anche i momenti peggiori, così come i migliori, sono tutti destinati a diventare un ricordo!”