17 Apr La Pasqua festività dell’anima
La Pasqua è una festività dell’anima, improntata a una grande spiritualità e ogni simbolo ha un profondo significato.
La croce, con i quattro bracci rappresenta i quattro elementi, i quattro punti cardinali che, nella croce celtica confluiscono in un cerchio, il quinto elemento, quello spirito che tutto racchiude.
E’ facile capire perché il periodo gravitante intorno all’equinozio di primavera fosse così magico, così onorato e festeggiato in tutte le culture e le epoche.
E’ il periodo della rinascita. Dopo un lungo periodo di buio, di freddo e di mancanza di cibo e di calore ecco che torna, prepotente, la Vita.
Ed è una festa religiosa nella più vasta accezione, che richiede una preparazione profonda. Nella Settimana Santa molte culture prevedono processioni, purificazioni spirituali , abluzioni e digiuni ma, nonostante questo, è una festa improntata alla gioia.
La simbologia della Pasqua affonda le radici già ai tempi degli assiro-babilonesi, in quella porzione di terra fra il Tigri e l’Eufrate circa un millennio prima dell’avvento del cristianesimo. Anche l’uso di scambiarsi le uova è antichissimo, si scambiavano le uova di gallina già fra i persiani e nel periodo primaverile come simbolo di fertilità.
Si sono trovate uova di creta in mano alla statua di Dioniso, come fra gli antichi egizi, in Polinesia, Indonesia, in Cina e molti altri paesi.
Il Concilio di Nicea nel 325 d.C., stabilì che la Pasqua doveva essere festeggiata la prima domenica dopo la prima luna piena di Primavera.
Mentre la Pasqua ortodossa che ha molto in comune con quella cristiana, con un periodo di Quaresima di sette settimane e che festeggia la Resurrezione, deve avvenire sempre dopo quella ebraica.
La Pasqua ebraica cade invece nel periodo che va dal 14 al 22 del mese di Nisan.
L’etimologia deriva dall’ebraico Pesah ‘passare oltre’ e risale alle 9 piaghe mandate da Dio al Faraone d’Egittto, affinché lasciasse libero Mosè di condurre il popolo ebraico verso la Terra promessa.
Fu necessaria la 10’ terribile piaga, che vide la morte di tutti i primogeniti maschi perché il Faraone desse finalmente il via libera al famoso esodo!
La Chiesa, nella sua opera di cristianizzazione cercò, riuscendoci in parte, di sopprimere tutti i culti e tradizioni pagane. Incontrò però una forte resistenza per i riti ricorrenti in questo periodo in quanto esso è legato al risveglio della Natura, e molto importante perciò per chi lavorava la terra e dalla terra prendeva sostentamento.
Ecco, allora, che la Pasqua diventa una festa religiosa che contiene grandi e profonde simbologie esoteriche.
C’è l’ultima cena, il tradimento, le torture, la passione, la crocifissione, la morte e la resurrezione!
L’uomo Gesù, il nostro ‘Kristos’ interiore, la nostra fiamma divina, è uno stato d’animo che, prima o poi, ognuno di noi incontra nella propria vita. Può essere legato a un cambiamento, a una malattia, a un lutto. Qualcosa di dirompente che manda in frantumi ma nello stesso tempo risana.
Dopo la crocifissione, i tre giorni di assenza del Maestro furono, per i discepoli giorni di sconforto, di abbandono, di perdita della speranza in quanto lasciati soli dall’uomo nel quale avevano creduto.
Ma sono anche giorni propedeutici a una ri-nascita a un ri-torno sotto altre spoglie.
Quanto è fragile la fede nell’uomo? E quanto presto vacilla se non ha continue conferme.
Ma “la fede basta a sé stessa”.
L’umanità ci ha regalato grandi Maestri, ma Gesù è l’unico che abbia sconfitto la Morte consegnandoci il dono dell’immortalità.
Dopo di lui l’uomo prenderà coscienza della propria realtà divina, dell’immortalità della propria anima, dell’importanza di un percorso di risveglio e di consapevolezza.